TECNOLOGIA E TERZA ETA' di Maurizio Melis

Non c'è dubbio: la rete sta cambiando e cambierà sempre di più il nostro modo di vivere: sul lavoro, a casa, nei rapporti con la pubblica amministrazione. Una rivoluzione dalla quale - si sente ripetere spesso - rischiano di rimanere tagliate fuori fette significative della popolazione che, a causa dell'età anagrafica, non hanno familiarità con computer e altre diavolerie simili.
 
Tuttavia, sebbene i più anziani abbiano senz'altro maggiori difficoltà a rapportarsi con la tecnologia moderna, varie esperienze dimostrano che la distanza tra questi due mondi non è incolmabile, inoltre ci sono buone ragioni per ritenere che le barriere all'utilizzo della tecnologia, che pure oggi esistono, saranno sempre meno significative in futuro.
 
Oggi tutte le ricerche mostrano che il numero di over 55 presenti in rete sta aumentando rapidamente (più di quanto non invecchi la popolazione).
 
Quando, più di venticinque anni fa, il sottoscritto, allora quattordicenne, cominciava ad utilizzare il computer (un PC1 dell'Olivetti) mia madre, che aveva più o meno la mia età odierna, non avrebbe saputo neanche accenderlo. Oggi la stessa donna, quasi settantenne, usa abitualmente la mail e naviga su internet; molti suoi coetanei affollano i social network e quasi tutti hanno in tasca uno smartphone.
 
Da allora sono successe due cose: la prima è una enorme semplificazione nell'uso di questi strumenti, che hanno sviluppato interfacce sempre più intuitive e naturali. Questo è un trend presente con costanza nello sviluppo informatico degli ultimi 20 o 30 anni: si è passati dalla riga comandi (una roba decisamente da smanettoni) a sistemi come Windows, basati sull'uso di mouse e grafica; nel frattempo si è evoluto il touch screen, che oggi domina la scena, mentre già si vedono i segni della prossima rivoluzione, ovvero il trionfo dell'interfaccia vocale. Presto si potrà semplicemente parlare col computer in linguaggio naturale, e a quel punto sarà caduta l'ultima barriera rimasta tra l'uomo e i suoi marchingegni digitali.
 
E' successa anche un'altra cosa da allora: la rete ha trasformato una macchina per fare calcoli ed elaborare dati in uno straordinario strumento di comunicazione e informazione. La maggior parte degli anziani non è attratta dalla tecnologia in quanto tale, ma è interessata a rimanere in contatto con figli e nipoti tramite i social network e a godere del facile accesso alle informazioni che internet offre.
 
Insomma, tra il venir meno delle barriere tecnologiche e lo sbarco sulla rete di contenuti e servizi rilevanti anche per la popolazione anziana, è probabile che già nei prossimi anni il digital-divide generazionale si ridurrà ai minimi termini.
 
IL PROGETTO ABITARE SICURI
Da questo punto di vista un interessante esperimento è il progetto Abitare Sicuri che si è svolto a Bolzano, il quale non solo mostra come tecnologia e terza età siano compatibili, ma esplora un ambito tecnologico dal quale proprio gli anziani potrebbero trarre i maggiori benefici.
 
 
Il tema è l'assistenza sanitaria di soggetti anziani a distanza: con la crescita della percentuale di popolazione anziana chencombe su tutte le democrazie occidentali (e non solo), è diventato urgente individuare nuove strategie per assicurare forme di monitoraggio che non richiedano il ricovero e possano così garantire qualità della vita agli assistiti comprimendo i costi. 
 
Il progetto abitare sicuri ha coinvolto 30 anziani tra i 66 e gli 80 anni che necessitavano assistenza domiciliare. Le loro abitazioni sono state dotate di apparecchiature di monitoraggio ambientale di tipo domotico (come sensori in grado di segnalare incendi o altre situazioni di pericolo, livelli di concentrazione di CO2 ecc); inoltre a ogni soggetto è stato consegnato un tablet semplificato, tramite il quale, tutti i giorni, il paziente svolgeva esercizi (come quiz) per tenere in allenamento e monitorare le abilità mentali e riferiva le proprie condizioni di salute agli operatori sanitari: cosa aveva mangiato, se aveva fatto gli esercizi fisici prescritti ecc. Infine tutti i soggetti sono stati dotati di un sistema per lanciare tempestivamente un allarme in caso di malore. Alcuni investitori particolarmente illuminati, attivi nel settore del social housing, stanno considerando la necessità di investire massicciamente in sistemi del genere, nell'ottica di farsi trovare pronti quanto la domanda di questi servizi sarà forte.
 
Ma torniamo alla sperimentazione, il cui risultato è stato molto incoraggiante: l'80% delle persone coinvolte nella sperimentazione ha dichiarato di sentirsi più sicura, il 66% ha migliorato la propria mobilità grazie agli esercizi e, dato più sorprendente, il 50% dei soggetti si è dichiarato molto soddisfatto di aver imparato un nuovo modo per comunicare grazie alla tecnologia, sottolineando come questo gli abbia permesso di ravvivare i contatti con figli e nipoti.
Insomma: date a un anziano una tecnologia non troppo difficile da usare e una buona ragione per usarla, ed è probabile che vi sorprenderà.

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